Women worldwide face gender specific challenges. In countries where basic human rights are not respected, being a refugee woman involves challenges regarding healthcare, discrimination, physical abuse, violence and human trafficking.
For these reasons, listening to the story of a refugee woman is always particularly moving. On top of this, listening to a woman’s testimony is not common among our students, since the majority of refugees in Italy are men.
Today our students met S., a refugee woman from Cameroon who escaped from violence, abuse and persecution. Every time she is in class, there are always a few female students who can’t hold back their tears, even when they meet her online. S.’s answer is always the same: “Please don’t cry, I’ve already cried for so many years myself and now it’s time for joy”.
Indeed, she has now found a safe space here in Italy and she has founded her own association in order to help African women in danger, especially Nigerians.
Italian version
Essere donna e rifugiata
Le donne affrontano sfide quotidiane in tutto il mondo. Nei paesi in cui i diritti umani fondamentali non sono rispettati, essere una donna rifugiata comporta una serie di difficoltà legate all’assistenza sanitaria, alle discriminazioni, agli abusi fisici, alla violenza e alla tratta.
Per questi motivi, ascoltare la storia di una donna rifugiata è sempre particolarmente toccante. E in più, non consueto, visto che la maggior parte dei rifugiati in Italia sono uomini.
Oggi alcuni studenti hanno incontrato S., originaria Camerun fuggita da violenze, abusi e persecuzioni. Ogni volta che in classe S. racconta la sua storia, le studentesse a stento riescono a trattenere le lacrime. Si crea una grande empatia e questo accade anche se l’incontro si svolge online. La risposta di S. è però sempre la stessa: “Per favore non piangete, l’ho giĂ fatto io per tanti anni. Adesso bisogna essere felici”.
In effetti, S. ha trovato uno posto sicuro dove vivere e ha anche fondato una associazione che aiuta le donne africane, in particolare ragazze nigeriane, in pericolo.