The young author tells us the story of the bond between an infant girl, Francesca, and her Somali babysitter, Sahra. Through a letter written by Sahra for when the child grows up, we find out about her painful past. This story opens a window on distant traditions and on phenomena characterised by violence and prejudice. At the age of 9, Sahra is a victim of infibulation, which leaves her with deep traumas and wounds. She then faces an arranged marriage and the discovery of her sterility due to an infection. Later, she learns what it means to be forced to flee. The hospitality of Francesca’s family and the love for the baby ultimately show Sahra that a new life is possible.
Here is an excerpt from the story:
“”I didn’t understand what they were doing to me even while they were doing it. I didn’t struggle: I cried, I just cried. In that moment there were no thoughts, just as there were no voices of the women, no arms holding me down, no hardness of the mat on my back. Those were sensations that I would remember only later, much later. At that time I could only feel my suffering, the heat of the blood running down my thighs, the cold sweat accompanying the tremor of my body and nothing else. Then, suddenly, the world began to spin and I lost consciousness. It took me two weeks to stop crying, a month to be able to walk again.””
FRANCESCA ZUCHI Scuola Media Statale “Umberto Nobile”, Ciampino (RM)
Writing Does Not Go Into Exile – Centro Astalli’s literary contest
Thousands of high school students from 15 Italian cities participated in Centro Astalli – JRS Italy’s writing contest “La scrittura non va in esilio” (Writing Does Not Go Into Exile), part of the educational project CHANGE.
The expert jury, made up of writers, journalists, and representatives of international organisations chose the winners: all young students, who wrote about migration from different perspectives.
Italian version
La storia della mia tata Sahra
La giovane autrice ci racconta la storia del legame tra una bambina, Francesca, e la sua babysitter somala, Sahra. Attraverso una lettera scritta da Sahra per quando la bambina sarà cresciuta, scopriamo il suo doloroso passato. Questa storia apre una finestra su tradizioni lontane e su fenomeni caratterizzati da violenza e pregiudizi. All’età di 9 anni, Sahra è vittima della pratica dell’infibulazione, che le lascia profondi traumi e ferite. Affronta poi un matrimonio combinato e la scoperta della sua sterilità dovuta ad un’infezione. Impara quindi cosa significa essere costretti a fuggire per ricostruire la propria vita. L’ospitalità della famiglia di Francesca e l’amore per la bambina mostreranno finalmente a Sahra che una nuova vita è possibile.
Qui un estratto della storia:
“Non capii cosa mi stavano facendo neanche mentre lo facevano. Non mi dimenai: piansi, piansi e basta. In quel momento non esistevano pensieri, come non esistevano le voci delle donne, le braccia che mi tenevano ferma, la durezza del tappetino sulla mia schiena. Quelle erano sensazioni che avrei ricordato solo più tardi, molto più tardi. Allora percepivo solo la mia sofferenza, il calore del sangue che mi colava lungo le cosce, il sudore freddo che accompagnava il tremore del mio corpo e nient’altro. Poi, all’improvviso, il mondo iniziò a vorticare e persi i sensi. Ci misi due settimane per smettere di piangere, un mese per riuscire a camminare di nuovo.“
FRANCESCA ZUCHI, Scuola Media Statale “Umberto Nobile”, Ciampino (RM)
“La scrittura non va in esilio” – Il concorso letterario del Centro Astalli
Migliaia di studenti delle scuole superiori di 15 città italiane hanno partecipato al concorso “La scrittura non va in esilio” organizzato dal Centro Astalli come parte del progetto educativo CHANGE.
La giuria di esperti, composta da scrittori, giornalisti e rappresentanti di organizzazioni internazionali, ha scelto i vincitori, tutti giovani studenti che hanno scritto di migrazione da diverse prospettive.