What I learned from CHANGE – part 1

Before the meeting with Z., I imagined what it would be like to hear the voice and see the face of someone who has had a unique and difficult experience. What I hear from the news, what I read on social media or in articles – it’s all totally different from what I felt listening to Z.. What struck me and excited me was the fact that, by meeting a person who directly told us about his experience, I was able to eliminate a huge filter that I had never removed before. The filter I am talking about is one that didn’t let me see reality from a true and pure perspective: the element that lacks in the news is humanity.

 

Humanity means identification: for the first time, I felt that deep sense of abandonment almost in my bones. It was not a question of pitying, but rather of understanding the difference between real life and technical information. The technical information of the news tells us that a large mass of people (and note how much emphasis is always placed on the large NUMBER of “people who steal our jobs” and not perhaps on the WAY in which they arrive) arrive in Europe looking for a lucky fate. Real life tells us that Z. has gone through so much pain and that maybe he has lost hope in a world that offers love and solidarity.

 

SARA D’ACHILLE – student of high school “Liceo Ascanio Landi”- Velletri, Rome – Italy

 

 

Italian version

Cosa ho imparato da CHANGE – prima parte

 

 

Prima dell’incontro con Z., immaginavo come sarebbe stato ascoltare la voce e vedere il volto di qualcuno che, proprio sulla sua pelle, ha vissuto un’esperienza fuori dal comune, unica e difficile. Ciò che sento dai telegiornali, quello che leggo sui social o sugli articoli, è assolutamente diverso da ciò che ho provato ascoltando Z. . Ciò che mi ha colpito ed emozionato, è stato il fatto che, incontrando proprio una persona che in modo diretto ci ha raccontato la sua esperienza, ho potuto eliminare un grandissimo filtro che mai prima avevo tolto. Il filtro di cui parlo è un filtro che non mi lasciava vedere la realtà da una prospettiva vera e pura: l’elemento che non traspare dalle notizie sterili è l’umanità.

 

Umanità significa immedesimazione: per la prima volta, ho sentito quasi sulla mia stessa pelle quella sensazione di perdizione e quel profondo senso di abbandono. Non si è trattato di compatire, quanto piuttosto di comprendere quale sia la differenza fra vita vera e informazione tecnica. L’informazione tecnica della notizia ci dice che una massa numerosa (e si noti quanto si metta sempre l’accento sul grande NUMERO di “gente che ci ruba il lavoro” e non magari sul MODO in cui arriva) di persone arriva in Europa in cerca di sorte fortunata. La vita vera, ci dice che Z. ha vissuto tanto dolore e forse ha perso troppe volte, durante il suo viaggio, la speranza in un mondo che offra amore e solidarietà.

 

SARA D’ACHILLE – studentessa del “Liceo Ascanio Landi”- Velletri, Roma – Italia