Mass graves,Â
Countries too abandoned.Â
Fairy tales savored in the coldÂ
by small and hopeful children. Â
Rough waters, killer waves, Â
lost prayers and in need of being heard.Â
Islands of breathless bodiesÂ
And compassionate sunrays. Â
“Mass graves” is a poetry written by Elisa Fraschetti Giolito, a student of Liceo “Tito Lucrezio Caro” of Rome. Special mention of the jury of the literary contest “La scrittura non va in esilio”. The author was inspired by the news that was increasingly spread by the Italian broadcasters on the shipwrecks of refugees at sea and on too many deaths.
The Italian writer, Melania Mazzucco, wrote a commentary on the poetry “Mass graves”.
“When the story is a hostage of habits, when reasoning no longer persuades minds now resistant to empathy, the verses remain- because poetry belongs to everyone, immediately, forever. It´s the first language of the human being. Mass Graves by Elisa Fraschetti Giolito is a short, subdued poem, to be read quietly as a nenia- funeral litany for the dreams of escape and redemption of so many and for the bodies of too many. Eight loose verses, indifferent to verses and form, but clear and immediate. The author entrusts to primary words (sun, sea, country, children, water), a few images and metaphors (giant pits, islands of bodies without breath) and archetypal concepts (the village, the sea, the abyss) her challenge to indifference: we couldn´t not select it. For the effectiveness of her twenty-six words (plus a few conjunctions and prepositions), the jury decided to give the young poet the special mention of the competition”.
Italian version
Fosse giganti
Fosse giganti,Â
paesi troppo abbandonati.Â
Favole assaporate al freddoÂ
da bambini piccini e speranzosi.Â
Agitate acque, onde assassine,Â
preghiere smarrite e bisognose d’ascolto.Â
Isole di corpi senza respiroÂ
e raggi di sole pietosi.Â
“Fosse giganti” è una poesia scritta da Elisa Fraschetti Giolito, studentessa del Liceo “Tito Lucrezio Caro” di Roma, vincitrice della menzione speciale della giuria del concorso letterario “La scrittura non va in esilio”. L’autrice si è ispirata alle tante notizie diffuse dai telegiornali italiani sui naufragi dei profughi e sulle troppe morti in mare.
La scrittrice, Melania Mazzucco, ha scritto un commento sulla poesia.
“Quando il racconto è ostaggio delle abitudini, quando il ragionamento non persuade piĂą menti ormai refrattarie all’empatia, restano i versi – perchĂ© la poesia appartiene a tutti, da subito, per sempre, ed è il primo linguaggio degli esseri umani. Fosse giganti di Elisa Fraschetti Giolito è una breve poesia sommessa, da leggere sottovoce come una nenia – litania funebre per i sogni di fuga e riscatto di tanti e per i corpi di troppi. Otto versi sciolti, indifferenti alla metrica e alla forma, e però limpidi e immediati. L’autrice affida a parole primarie (sole, mare, paese, bambini, acqua), a poche immagini e metafore (fosse giganti, isole di corpi senza respiro) e concetti archetipici (il villaggio, il mare, l’abisso) la sua sfida all’indifferenza: non potevamo non raccoglierla. Per l’efficacia delle sue ventisei parole (piĂą qualche congiunzione e preposizione), la giuria ha ritenuto di conferire alla giovane poetessa la menzione speciale del concorso”.
Credits photo: Darrin Zammit Lupi