Thanks to distance learning, the CHANGE project has closed the gaps and fostered a real exchange of mutual knowledge and attention. Intercultural dialogue, twinned with the children’s enthusiasm for meeting “the other” – the refugees – to welcome them, even if only virtually, into their own homes, has become the perfect environment for a cultural and educational vaccine that can breed new forms of solidarity.
Damiano – National Civil Service volunteer
If dialogue is “all that happens between people” (Raimon Pannikkar, philosopher), it means that talking, meeting, getting to know each other – is all dialogue. And it really is, even if the pandemic forces us to engage at a distance, sharing new spaces, now virtual.
Through dialogue, the didactic CHANGE project allows contribution from “below” to the construction of a reality where differences coexist. The pandemic and distance learning have meant that this dialogue between students and refugees has found new spaces in which to unfurl. Being able to enter the homes of refugees through computer video cameras or phones and getting to know a bit of their everyday life has transformed these virtual limitations in an opportunity, shortening the distances and promoting true dialogue between people.
Il vaccino della conoscenza – Terza parte
Grazie alla didattica a distanza, nel progetto CHANGE, il dialogo interculturale, insieme alla grande voglia da parte dei ragazzi di incontrare “l’altro”, i rifugiati, accogliendoli e lasciandoli entrare seppur virtualmente in casa propria, sono divenuti la miscela perfetta per un vaccino culturale ed educativo in grado di dare vita a nuove forme di solidarietĂ
Damiano – volontario di Servizio Civile
Se dialogo, come sostiene il filosofo Raimon Pannikkar, è tutto ciò che avviene fra persone, vuol dire che parlare, incontrarsi, conoscersi, è dialogo. E lo è anche se la pandemia ci costringe a relazionarci a distanza, condivi-dendo nuovi spazi, che sono virtuali.
Attraverso il dialogo, il progetto didattico CHANGE contribuisce dal “basso” alla costruzione di una realtà che valorizza le differenze. La pandemia e la didattica a distanza hanno fatto sì che questo dialogo tra studenti e rifugiati trovasse nuovi spazi in cui co-abitare. Poter entrare attraverso la videocamera del compu-ter o del proprio telefono nelle case dei testimoni della fede e conoscere davvero uno spaccato della loro quotidianità ha trasformato la modalità virtuale in un’opportunità , annullando le distanze e promuovendo il vero dialogo tra persone.